LA SPESA
“Come latte senza lattosio? Che cazzo vuol dire latte senza
lattosio?” stacca gli occhi dal foglietto e mi guarda con l’occhio perso tipico
del cerbiatto in mezzo di strada davanti alle luci di un camion “ma perché,
esiste il latte senza lattosio?” non so cosa rispondergli. Ho sempre odiato
fare la spesa, mi limito a seguire come un automa mia moglie spingendo il
carrello, non mi faccio domande esistenziali.
Lui continua a guardarmi sperando in una risposta che non
può avere da me “e dove sarà?”, azzardo una risposta “hai provato a guardare
tra il caffè decaffeinato e il tè deteinato?” mi guarda e leggo nei suoi occhi
il dubbio che lo stia prendendo per il culo, assumo la mia espressione convinta
da “tranqui, l’ho comprato altre volte”, si gira e va verso la corsia 4 subito
dopo le birre analcoliche, la pasta senza glutine, il riso triste.
Mi giro e penso che la vita stia diventando davvero strana
per alcuni, poi guardo le bistecche senza carne che ho nel carrello e di
nascosto le rimetto sullo scaffale. Proprio tra la coca senza zucchero e l’olio
di palma senza olio di palma.
Che cazzo sta succedendo? Ormai definiamo le cose più per
quello che non hanno che per quello che hanno al loro interno, ma mentiamo, a
noi stessi e agli altri. Usiamo nomi e negazioni per definire cose assurde e
farle sembrare familiari.
Basti pensare al latte di soia. Ora sinceramente non ho la
più pallida idea di come sia fatta una pianta di soia ma sono disposto a
scommettere quello che volete che non abbia le poppe per cui è impossibile
mungerla. Allora cosa è il latte di soia? Una brodaglia biancastra fatta di
acqua e soia gialla, solo che nessuno comprerebbe una confezione con su scritto
“acqua di soia”. Come nessuno comprerebbe del tè deteinato se ci fosse scritto
“bevanda che sa di piscio”.
Lo stesso vale per il caffè decaffeinato, la caffeina non è
una cosa che viene aggiunta nel caffè tanto per fare, è dentro, è nei chicchi.
Per cui per levarla mettono i chicchi di caffè a bagno in una soluzione
contenente diclorometano, che non è altro che un solvente chimico nocivo e
potenzialmente cancerogeno, “sai lo preferisco decaffeinato, troppa caffeina fa
male”. Sì certo.
Il problema è che questo vale per tutto, ormai tutto è “de”
qualcosa o “senza” qualcos’altro, oppure proprio inventato dall’unione di due
parole che per natura non possono stare proprio insieme come “bistecca di
seitan” “salsiccia di soia” “fegatelli di tofu”, sto ancora pensando queste
stronzate che mi giro e vedo mia moglie che mi guarda male, sono rimasto
indietro di tre corsie, la raggiungo rapido e mette nel carrello delle brioche
senza crema, mi stanno già sul cazzo.
Arriviamo alla cassa, davanti a me ci sono due travestiti
che spesso vengono a far la spesa qua… forse sono io che non ho mai capito, non
sono due travestiti sono due “donne senza vagina”.
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