mercoledì 12 ottobre 2016

Il Matrimonio

IL MATRIMONIO

Mi girai verso mio babbo. Era seduto accanto a me, elegante in giacca e cravatta, anche lui si girò verso di me
“babbo mi sto cacando addosso”
“capisco, è l’emozione, non ci si sposa tutti i giorni”
“No, no mi sto proprio cacando addosso, dobbiamo tornare a casa”
“come a casa? La mamma è dentro non possiamo mica lasciarla qua e poi si fa tardi”
Eravamo parcheggiati davanti al Labardi un fioraio di Firenze molto rinomato e bravo, bravo… non ho la più pallida idea di cosa possa voler dire bravo per un fioraio, i fiori sono fiori, non ho idea di quale e quanta bravura serva a fare un mazzo di fiori però tutti erano concordi che loro fossero bravi e chi ero io per avere da obiettare, lo accettavo come posso accettare che Hawking sia bravo in fisica. Comunque sia mia mamma era scesa a prendere il bouquet per la sposa, in macchina eravamo rimasti io, mio babbo e Francesco il mio testimone di nozze. Dovevamo prendere i fiori e partire per Arezzo dove mi sarei sposato
“ho capito ma io così non arrivo nemmeno all’autostrada, figuriamoci ad Arezzo”
“prova ad entrare dal fioraio”
“come dal fioraio? Babbo non posso entrare dal fioraio e andare a fargliela nel loro bagno”
Mi guardò come dire “e allora te la fai addosso”. Uscii di macchina ed entrai con passo claudicante dal fioraio, con la fronte imperlata di sudore, come fui dentro venni accolto dai vari “lo sposo” “bravo” “evviva” delle persone dentro il negozio, io deglutendo ringraziai e chiesi dove fosse il bagno.
Entrai, era pieno di fiori anche quello, stretto e lungo, in fondo c’era un wc e un lavandino. Come ho avuto modo di dire altre volte i bagni che non sono il mio mi mettono a disagio ed ogni “avventura” che ci vivo non fa che aumentare questo disagio. Questo è un circolo vizioso che si auto alimenta perché il mio disagio mi ci fa vivere avventure sempre peggiori. Comunque sia arrivai al wc, lo pulii con la carta, misi ad un gancio la giacca nuova del vestito nuovo, mi slacciai la cintura nuova, calai i pantaloni nuovi del vestito nuovo fino alle scarpe nuove, abbassai le mutande nuove… cazzo avevo tutto nuovo nemmeno mi dovessi sposare… già stavo andando a sposarmi. Comunque sia mi sedetti e feci quel che dovevo fare.
Che situazione di merda, in tutti i sensi, vestito di tutto punto che cacavo dal fioraio mentre fuori mia mamma comprava il bouquet, iniziavano bene i ricordi di una giornata che doveva essere tra le più importanti che uno vive. Alla fine sono davvero poche le giornate che ricordi per sempre, la laurea, il matrimonio, la nascita dei figli e, immagino, il giorno in cui andrai in pensione… sempre se ci arrivi vivo e se il concetto di pensione esisterà ancora.
Vabbeh poche storie il mio l’avevo fatto, i fiori intorno a me morivano a ritmo sostenuto e non c’erano finestre, dovevo uscire alla svelta, mi pulii con la carta e… ops, non c’era un bidet. “cazzo non posso andare a sposarmi con il culo non lavato” pensai fra me e me. Ok ero ragionevolmente sicuro che nessuno mi avrebbe fatto domande su quel particolare aspetto, ma mi sarei sentito lo stesso a disagio. Beh c’era il lavandino, non era particolarmente alto, per cui mi ci lavai e mi girai per prendere le salviette grandi da mani oooops… non c’erano. Non era un bagno pubblico, era quello loro, dei proprietari e non avevano le salviette grosse. C’era il loro asciugamano del viso. Vabbeh quando mai sarei dovuto tornare dal Labardi in vita mia? Mi asciugai.
Uscii dal bagno mentre i fiori morivano chiedendo pietà, chiusi la porta e come vidi mia mamma con il mazzo di fiori pronto in mano l’agguantai al volo, mia madre non il mazzo di fiori, ed uscendo ad ampie falcate urlai

“grazie a tutti ma dobbiamo scappare o facciamo tardi” salii in macchina e partii sgommando.

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