IL MATRIMONIO
Mi girai verso mio babbo. Era seduto accanto a me, elegante
in giacca e cravatta, anche lui si girò verso di me
“babbo mi sto cacando addosso”
“capisco, è l’emozione, non ci si sposa tutti i giorni”
“No, no mi sto proprio cacando addosso, dobbiamo tornare a
casa”
“come a casa? La mamma è dentro non possiamo mica lasciarla
qua e poi si fa tardi”
Eravamo parcheggiati davanti al Labardi un fioraio di
Firenze molto rinomato e bravo, bravo… non ho la più pallida idea di cosa possa
voler dire bravo per un fioraio, i fiori sono fiori, non ho idea di quale e
quanta bravura serva a fare un mazzo di fiori però tutti erano concordi che
loro fossero bravi e chi ero io per avere da obiettare, lo accettavo come posso
accettare che Hawking sia bravo in fisica. Comunque sia mia mamma era scesa a
prendere il bouquet per la sposa, in macchina eravamo rimasti io, mio babbo e
Francesco il mio testimone di nozze. Dovevamo prendere i fiori e partire per
Arezzo dove mi sarei sposato
“ho capito ma io così non arrivo nemmeno all’autostrada,
figuriamoci ad Arezzo”
“prova ad entrare dal fioraio”
“come dal fioraio? Babbo non posso entrare dal fioraio e
andare a fargliela nel loro bagno”
Mi guardò come dire “e allora te la fai addosso”. Uscii di
macchina ed entrai con passo claudicante dal fioraio, con la fronte imperlata
di sudore, come fui dentro venni accolto dai vari “lo sposo” “bravo” “evviva”
delle persone dentro il negozio, io deglutendo ringraziai e chiesi dove fosse
il bagno.
Entrai, era pieno di fiori anche quello, stretto e lungo, in
fondo c’era un wc e un lavandino. Come ho avuto modo di dire altre volte i
bagni che non sono il mio mi mettono a disagio ed ogni “avventura” che ci vivo
non fa che aumentare questo disagio. Questo è un circolo vizioso che si auto
alimenta perché il mio disagio mi ci fa vivere avventure sempre peggiori.
Comunque sia arrivai al wc, lo pulii con la carta, misi ad un gancio la giacca
nuova del vestito nuovo, mi slacciai la cintura nuova, calai i pantaloni nuovi
del vestito nuovo fino alle scarpe nuove, abbassai le mutande nuove… cazzo
avevo tutto nuovo nemmeno mi dovessi sposare… già stavo andando a sposarmi.
Comunque sia mi sedetti e feci quel che dovevo fare.
Che situazione di merda, in tutti i sensi, vestito di tutto
punto che cacavo dal fioraio mentre fuori mia mamma comprava il bouquet,
iniziavano bene i ricordi di una giornata che doveva essere tra le più
importanti che uno vive. Alla fine sono davvero poche le giornate che ricordi
per sempre, la laurea, il matrimonio, la nascita dei figli e, immagino, il
giorno in cui andrai in pensione… sempre se ci arrivi vivo e se il concetto di
pensione esisterà ancora.
Vabbeh poche storie il mio l’avevo fatto, i fiori intorno a
me morivano a ritmo sostenuto e non c’erano finestre, dovevo uscire alla
svelta, mi pulii con la carta e… ops, non c’era un bidet. “cazzo non posso
andare a sposarmi con il culo non lavato” pensai fra me e me. Ok ero
ragionevolmente sicuro che nessuno mi avrebbe fatto domande su quel particolare
aspetto, ma mi sarei sentito lo stesso a disagio. Beh c’era il lavandino, non
era particolarmente alto, per cui mi ci lavai e mi girai per prendere le
salviette grandi da mani oooops… non c’erano. Non era un bagno pubblico, era
quello loro, dei proprietari e non avevano le salviette grosse. C’era il loro
asciugamano del viso. Vabbeh quando mai sarei dovuto tornare dal Labardi in
vita mia? Mi asciugai.
Uscii dal bagno mentre i fiori morivano chiedendo pietà,
chiusi la porta e come vidi mia mamma con il mazzo di fiori pronto in mano
l’agguantai al volo, mia madre non il mazzo di fiori, ed uscendo ad ampie
falcate urlai
“grazie a tutti ma dobbiamo scappare o facciamo tardi” salii
in macchina e partii sgommando.
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