LA MIA AFRICA
Wrommm.
Atterrammo all’aeroporto di Bujumbura. Oddio aeroporto era
un termine un po’ forte. C’era questa striscia asfaltata, solo dopo avrei
scoperto che era l’unica rimasta in tutto il Burundi e una casupola con sopra
l’ironica scritta “TERMINAL”. Davanti c’era parcheggiato un parallelepipedo di
metallo arrugginito che mi dissero essere l’ultimo aereo rimasto della
compagnia di bandiera, probabilmente non volava da qualche migliaio di anni.
Comunque sia andammo alla dogana per mettere il timbro al passaporto
e subito ci fu prospettata l’ipotesi di fare sesso… anale… passivo. Marco
disse:
“pago io poi facciamo i conti”
Io “va bene”
Marco “quanto viene il bollo?”
Agente alla dogana “40 dollari a testa”
Marco “ho solo euro”
Agente “allora 40 euro a testa” ecco il cambio euro dollaro
era 1,35 questo vuol dire che il cambio 1 a 1 che ci proponeva ci stava
penalizzando del 35%, un vero affare
Marco “ecco sono 100 euro”
Agente “e questo è il resto” dandogli 20 dollari di resto.
Perfetto ci avevano appena fregato il 35% anche sul resto.
Sentii un leggero bruciore dietro e non erano i postumi
della scarica avuta in aereo. Il meglio per fortuna doveva arrivare, il ritiro
delle valigie. Arrivarono tutte, perfette, in ottimo stato, ooops ne manca una,
io le ho tutte, anche io, a chi manca… cazzo la valigia misteriosa affidata a
Marco non c’era. Di tutte le valige che avevamo portato era andata smarrita
l’unica di cui ignoravamo il contenuto.
“ci può descrivere la valigia e il contenuto?” Marco finse
un colpo apoplettico nella speranza di soccorsi. Mentre si rotolava in terra
senza che nessuno lo soccorresse quelli che riuscivano a parlare la lingua del
signore alla dogana spiegarono qualcosa. Ovviamente non capimmo niente ma si
limitarono a prendere le generalità di Marco e gli dissero di ripassare qualche
giorno dopo. All’uscita ripetemmo la solita recita con i due energumeni che
erano amici del cugino di uno che aveva conosciuto un invitato al matrimonio,
insomma due perfetti sconosciuti che volevano la valigia indietro. Anche loro
presero i dati di Marco.
“lo sapevo, lo sapevo che non dovevo prendere quella valigia
ed ora come cazzo faccio?” fu il mantra per le due settimane successive che
Marco ripeteva a intervalli regolari.
Da qua in poi i miei ricordi si fanno confusi, più o meno
ricordo quasi tutto quello che abbiamo fatto ma non sono certo dell’ordine con
cui certi eventi sono capitati. Un po’ per via del fatto che sono passati 9
anni, forse 10 o 8, non so, credo che solo la sposa lo sappia, lo sposo ricorda
vagamente il decennio, un po’ perché in Africa l’acqua è il maggior veicolo di
malattie dopo le zanzare. Ora questa cosa sembra decisamente scollegata alla
perdita di memoria ma dopo due settimane in cui non bevi una sola goccia
d’acqua ma ogni singolo pasto lo accompagni con una birra Prius da 1 litro, le
cose appaiono decisamente interconnesse. In pratica ho passato due settimane in
uno stato intermedio tra l’allegro e il coma etilico.
Arrivammo nelle case prese in affitto per noi, carucce,
giardino, ingresso singolo, cancello e muri con filo spinato, guardie armate
ovunque. Il tragitto fu appena movimentato, come dicevo l’unico lembo di
asfalto era la pista dell’aeroporto, il resto era tutto sterrato, buche, pezzi
di asfalto rimasti. Non c’è un singolo semaforo in tutto il Burundi. Francesco
mi raccontava che un anno tentarono di metterne uno ma fu presto tolto perché
c’erano più morti di prima. Alcuni pazzi si erano convinti che col verde
sarebbero potuti passare agli incroci senza guardarsi intorno, tritata la prima
dozzina di sprovveduti decisero di tornare al sistema classico di gestione
dell’incrocio. Chi suona più forte ha la precedenza. Ad aggiungere più emozione
al tutto la maggior parte delle macchine sono di importazione cinese per cui
hanno il volante a destra ma mantengono la guida dal lato europeo. Ora
immaginatevi un’auto che con il volante a destra deve sorpassare a sinistra,
prima di avere la visuale per capire se la strada è libera ha già fatto un
frontale. Infatti tutte le macchine presentano dei gradevolissimi grafiti sulle
fiancate sinistre.
Comunque sia arrivati in casa vedemmo che avevamo un letto
matrimoniale per me e Marco, con una romantica tenda zanzariera sopra e un geco
di due chili al posto del crocifisso. Febbre gialla, malaria e un altro paio di
dozzine di malattie sono trasmesse dalle zanzare, mi inginocchiai e ringraziai
il geco per la sua protezione, ci infilammo a letto e rincalzammo la zanzariera
sotto il materasso per 20 centimetri buoni.