lunedì 13 febbraio 2017

La Mia Africa 7

LA MIA AFRICA

Interrompo brevemente il racconto del viaggio per un approfondimento necessario. Il razzismo.
Il razzismo e l’odio razziale sono un problema che devasta l’Africa come del resto tutto il mondo. I giapponesi odiano i cinesi, i cinesi odiano i giapponesi, gli indiani i pakistani, i pakistani gli indiani ma questo vale anche all’interno delle singole nazioni, basti pensare a l’Italia, quelli del nord hanno sempre detestato i meridionali, salvo poi preferirli anche se di poco ad albanesi, slavi e immigrati vari. Anche nella sola Toscana pisani e livornesi si odiano, addirittura a Montecatini alta stanno sul cazzo quelli di Montecatini bassa. In Africa è uguale e soprattutto in Burundi e Rwanda sono i Tutsi e gli Hutu a odiarsi e negli anni hanno dato corso a guerre e stragi sanguinose. Ovviamente non ho intenzione di analizzare il perché di questo odio antico e persistente e men che meno mi metterò ad addossare le colpe, anche perché probabilmente, come in ogni conflitto, ce ne sono da entrambe le parti. Però è un dato di fatto che si odiano e lo stesso provano nei confronti dei bianchi o degli arabi. Probabilmente è anche dovuto a secoli di sfruttamento e soprusi subiti. Comunque sia noi bianchi eravamo sempre visti con curiosità o quanto meno sospetto ovunque andassimo, la cosa curiosa però è che sapevano che rispetto alla media della popolazione eravamo da considerarsi ricchi per cui spesso venivamo trattati meglio degli altri neri.
Ebbi evidenza di questa cosa la prima volta che andammo in un minimarket. In realtà era una stanza con degli scaffali e dei prodotti di importazione, c’erano biscotti, pasta, acqua, latte. Feci la spesa e mi diressi alla cassa, pagai e la commessa prese i soldi per darmi il resto. Guardò la banconota leggermente sgualcita che aveva in mano, fece una faccia strana e la rimise in cassa, alzò il portamonete ed estrasse una banconota nuova di pacca e me la consegnò.
“Vedi? Ha cercato una banconota pulita da darti” mi disse Francesco.
“E perché?”
“Perché se te l’avesse data rovinata magari te non ci saresti tornato a comprare altre cose, se invece avessi pagato io se ne fregava e mi dava lo stesso la banconota sporca”.
In pratica mi trattavano meglio perché ero bianco. La cosa veramente curiosa è che invece da altre parti il comportamento era esattamente l’opposto. Una sera andammo in un locale a ballare, mentre parcheggiavamo la macchina eravamo stati circondati da una decina di ragazzetti e Francesco disse:
“Ce li avete degli spiccioli da dargli per il parcheggio?”
“In che senso per il parcheggio? Lo abbiamo trovato da soli e non è un parcheggio custodito” risposi.
“Hai ragione” replicò Gaia “però una settimana fa uno che non ha voluto pagare lo hanno stuprato a morte” ora non so voi ma se già l’idea di stupro e di morte separatamente mi terrorizzavano le due cose congiunte mi convinsero immediatamente
“Tranquilli li ho io i soldi. Pago io” conclusi.
“Va bene ma non dargli troppo” continuò Francesco.
“Gli do questi” mostrai la mano, erano il corrispettivo di un paio di euro.
“Macché sono troppi, questo è il massimo” e mi mise in mano la cifra da dargli. Erano tipo 30 centesimi.
“Non sarà un poco? Non è che poi mi stuprano a ferirmi abbastanza anche se non a morte?”
“No, no. Va bene se gli dai troppi soldi poi non hanno interesse a lavorare e anche quelli che lavorano preferirebbero venir qua a chiedere soldi anziché lavorare”
Cazzo anche in Burundi c’erano i contratti di categoria e gli studi di settore?
Comunque entrammo nel locale e ci mettemmo a ballare, andammo a prendere un paio di birre per un totale di 2 euro, pagai e di resto mi diede una banconota talmente sporca che se l’avessi toccata avrei preso una dozzina di malattie conosciute ed almeno un paio sconosciute. Calcolai che corrispondevano a circa 2 centesimi per cui decisi di lasciarli di mancia.
“Hai visto?” mi disse Francesco “è successa la stessa cosa del minimarket ma al contrario, se avessi preso le birre io mi avrebbe dato di resto una banconota normale perché tanto sanno che un negro riprende qualsiasi resto, invece a te hanno dato la banconota più sporca perché sanno che preferisci lasciarla di mancia che toccarla”.

Che mondo strano pensai, per fortuna feci memoria di quell’episodio per utilizzarlo a mio vantaggio due giorni dopo alla dogana con il Rwanda.

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