LA MIA AFRICA
Interrompo brevemente il racconto del viaggio per un
approfondimento necessario. Il razzismo.
Il razzismo e l’odio razziale sono un problema che devasta
l’Africa come del resto tutto il mondo. I giapponesi odiano i cinesi, i cinesi
odiano i giapponesi, gli indiani i pakistani, i pakistani gli indiani ma questo
vale anche all’interno delle singole nazioni, basti pensare a l’Italia, quelli
del nord hanno sempre detestato i meridionali, salvo poi preferirli anche se di
poco ad albanesi, slavi e immigrati vari. Anche nella sola Toscana pisani e
livornesi si odiano, addirittura a Montecatini alta stanno sul cazzo quelli di
Montecatini bassa. In Africa è uguale e soprattutto in Burundi e Rwanda sono i
Tutsi e gli Hutu a odiarsi e negli anni hanno dato corso a guerre e stragi
sanguinose. Ovviamente non ho intenzione di analizzare il perché di questo odio
antico e persistente e men che meno mi metterò ad addossare le colpe, anche
perché probabilmente, come in ogni conflitto, ce ne sono da entrambe le parti.
Però è un dato di fatto che si odiano e lo stesso provano nei confronti dei
bianchi o degli arabi. Probabilmente è anche dovuto a secoli di sfruttamento e
soprusi subiti. Comunque sia noi bianchi eravamo sempre visti con curiosità o
quanto meno sospetto ovunque andassimo, la cosa curiosa però è che sapevano che
rispetto alla media della popolazione eravamo da considerarsi ricchi per cui
spesso venivamo trattati meglio degli altri neri.
Ebbi evidenza di questa cosa la prima volta che andammo in
un minimarket. In realtà era una stanza con degli scaffali e dei prodotti di
importazione, c’erano biscotti, pasta, acqua, latte. Feci la spesa e mi diressi
alla cassa, pagai e la commessa prese i soldi per darmi il resto. Guardò la
banconota leggermente sgualcita che aveva in mano, fece una faccia strana e la
rimise in cassa, alzò il portamonete ed estrasse una banconota nuova di pacca e
me la consegnò.
“Vedi? Ha cercato una banconota pulita da darti” mi disse
Francesco.
“E perché?”
“Perché se te l’avesse data rovinata magari te non ci
saresti tornato a comprare altre cose, se invece avessi pagato io se ne fregava
e mi dava lo stesso la banconota sporca”.
In pratica mi trattavano meglio perché ero bianco. La cosa
veramente curiosa è che invece da altre parti il comportamento era esattamente
l’opposto. Una sera andammo in un locale a ballare, mentre parcheggiavamo la
macchina eravamo stati circondati da una decina di ragazzetti e Francesco
disse:
“Ce li avete degli spiccioli da dargli per il parcheggio?”
“In che senso per il parcheggio? Lo abbiamo trovato da soli
e non è un parcheggio custodito” risposi.
“Hai ragione” replicò Gaia “però una settimana fa uno che
non ha voluto pagare lo hanno stuprato a morte” ora non so voi ma se già l’idea
di stupro e di morte separatamente mi terrorizzavano le due cose congiunte mi
convinsero immediatamente
“Tranquilli li ho io i soldi. Pago io” conclusi.
“Va bene ma non dargli troppo” continuò Francesco.
“Gli do questi” mostrai la mano, erano il corrispettivo di
un paio di euro.
“Macché sono troppi, questo è il massimo” e mi mise in mano
la cifra da dargli. Erano tipo 30 centesimi.
“Non sarà un poco? Non è che poi mi stuprano a ferirmi
abbastanza anche se non a morte?”
“No, no. Va bene se gli dai troppi soldi poi non hanno
interesse a lavorare e anche quelli che lavorano preferirebbero venir qua a
chiedere soldi anziché lavorare”
Cazzo anche in Burundi c’erano i contratti di categoria e gli
studi di settore?
Comunque entrammo nel locale e ci mettemmo a ballare,
andammo a prendere un paio di birre per un totale di 2 euro, pagai e di resto
mi diede una banconota talmente sporca che se l’avessi toccata avrei preso una
dozzina di malattie conosciute ed almeno un paio sconosciute. Calcolai che
corrispondevano a circa 2 centesimi per cui decisi di lasciarli di mancia.
“Hai visto?” mi disse Francesco “è successa la stessa cosa
del minimarket ma al contrario, se avessi preso le birre io mi avrebbe dato di
resto una banconota normale perché tanto sanno che un negro riprende qualsiasi
resto, invece a te hanno dato la banconota più sporca perché sanno che
preferisci lasciarla di mancia che toccarla”.
Che mondo strano pensai, per fortuna feci memoria di
quell’episodio per utilizzarlo a mio vantaggio due giorni dopo alla dogana con
il Rwanda.
Nessun commento:
Posta un commento